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  • Immagine del redattoreMassimiliano Bensi

Il mio professore di Lettere.

Quest'oggi voglio parlarvi di una persona in particolare: colui che mi ha fatto appassionare prima alla lettura e poi alla scrittura. Giuliano Alberton: il nostro "prof" di lettere delle scuole medie.

Nel 1981, nella scuola Ada Negri di Manesseno, a Genova, un professore armato del suo cappotto beige a scacchi marroni e del suo immancabile borsello nero, senza computer, slide, schede informative, penne cancellabili, matite triangolari, ventisei quaderni e tutte quelle diavolerie dei giorni nostri che sembrano fatte per la gioia dei cartolai, riusciva a raccontare l'epopea di Gilgamesh, l'assassinio di Giulio Cesare e di come furono gabbati i Troiani con un cavallo di legno, facendoci pendere tutti dalle sue labbra. Descriveva le cose rendendoci parte integrante della scena, come se girassimo un film e noi fossimo dietro al regista per vedere la scena in primo piano. Erano i tempi di "Marcovaldo" di Italo Calvino (libro che ho riletto recentemente) e "Novelle fatte a macchina " di Gianni Rodari (Riletto anche questo, con piacere). I tempi che chiedevamo dopo il colloquio dei genitori come fosse andata e lui rispondeva "Allora: appena arrivi a casa, sul tappeto c'è una botola, se riesci a passare la botola, c'è un corridoio pieno di spade e frecce.." romanzandolo alla "Indiana Jones", ma ai genitori diceva sempre che i loro allievi studiavano e davano il meglio di loro stessi.

Dopo le medie, ci siamo scambiati qualche telefonata, ma poi persi il numero fino a quando iniziai a scrivere la prima bozza di R EVOLUTION. Fu lì che cercai nuovamente di contattarlo per dirgli che stavo scrivendo un romanzo. Sono sempre stato convinto che per un insegnante la soddisfazione migliore è la gratitudine e la riconoscenza per il lavoro svolto con i suoi allievi. L'incontrarli per strada dopo anni, e ritrovare lo stesso sorriso lasciato sui banchi di scuola. Considero questi miei piccoli traguardi nel mondo della letteratura, una cosa senz'altro positiva nella mia vita. Parte del merito di questi traguardi va anche a lui... Probabilmente se avessimo avuto un professore che spiegava le sue lezioni come il buon Padre Mariano recita il rosario su Radio Maria, dubito che sarei qui a scrivere queste righe di ringraziamento, ma dubito che sarei arrivato a scrivere un libro e a vincere due premi letterari.

Gli ho spedito il racconto che ha vinto la selezione per l'antologia de "Racconti dal Trentino".

Ecco la recensione del prof!

"E' nostalgico, nel senso che spinge il lettore a seguire la strada tracciata dal protagonista, specchiarsi in ciò che ha fatto e ripensare a come ha vissuto. In questo modo, leggendo, inconsciamente si attivano i personali percorsi della memoria e il coinvolgimento emotivo del lettore.

Un particolare apprezzamento merita la chiusa a effetto delle ultime due righe: è efficace e ‘tenera’ al tempo stesso."

Mi sa che ho preso un bel voto!








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